Strange World, cattiva pubblicità o autosabotaggio?

L’uscita di un nuovo film Disney fa da sempre un grande scalpore. La cosa effettivamente non ci sorprende: una multinazionale plurimiliardaria non bada a spese per promuovere le proprie nuove uscite. Eppure questo non è sempre vero: l’ultima pellicola prodotta, “Strange World” sembra essere passata fuori dai radar.

Un semplice errore di marketing? Pare arduo immaginare un colosso del genere fallire. Che Disney stessa abbia deliberatamente sabotato la sua stessa creazione? Se così fosse, è chiaro che la domanda successiva da porsi è “perché”; la risposta potrebbe trovarsi nel film stesso. 

“Strange World” è il tanto atteso passo nel futuro per la casa d’animazione: abbiamo finalmente un coprotagonista dichiaratamente gay, il cui orientamento sessuale viene tranquillamente accettato. I bambini di tutto il mondo possono ora andare al cinema con i loro genitori e assistere a film sempre più inclusivi.Crescendo, non si sentiranno sbagliati alla minima deviazione dalla narrazione etero normativa che fino ad’ora è sempre stata portata avanti.

In effetti, quello che manca a “Strange World” non è certo un elemento innovativo. Allora perché nessuno sapeva della sua uscita? Che i film che rappresentano omosessuali vendano di meno? Forse non è la spiegazione migliore, soprattutto considerando che i “genitori di oggi” sono i millennial, che poco si riconoscono con gli ideali conservatori dei propri padri; eppure questa pare essere la narrazione che su cui Disney vuole spingere. È certo, quindi, che questo flop al botteghino verrà utilizzato per giustificare la decisione di produrre meno film del genere in futuro. 

Decidere se questo fallimento sia stato un incidente di percorso o l’obiettivo stesso del piano pubblicitario sta al nostro lettore.

Silvia De Nardis 

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