Scrivi perché possiamo rimanere liberi

Il 10 ottobre 2022 Salman Rushdie, scrittore indio-britannico, perde l’uso della mano e la vista da un occhio in seguito ad un attentato. É il 1989 quando l’ayatollah Khomeini, leader politico e religioso iraniano, emana la “fatwa” per Salman Rushdie, la condanna che lo perseguiterà per sempre. Ma quale blasfemia può aver innescato l’incendio che ancora oggi continua a bruciare nelle anime di migliaia di fedeli? Le profane parole sono contenute all’interno del libro “I versetti satanici”, la storia di due uomini, Gibreel e Saladin, uniti dal destino su di un volo diretto a Londra, deragliato a causa di un attentato terroristico. Atterrati incolumi i due si riscoprono con nuovi attributi: chiari simboli di una rinascita. Gibreel con la sua aureola angelica, come personificazione del bene e Saladin con delle piccole corna da capra, o da diavolo, come personificazione del male. Con una sagacia quasi enigmatica Rushdie rivista la storia della fondazione dell’Islam tramite i sogni di Gibreel che introducono la controversa figura di Mahound -riconosciuto in Maometto. I dibattuti versetti satanici fanno riferimento ai versi 19-22 della 53esima sura del Corano, dove Maometto riconosce il culto delle tre figlie di Allah, ritagliando uno spazio alle figure femminili solitamente martoriate dagli estremisti islamici. Ufficialmente, questi versi sono stati instillati in Maometto dal diavolo, perché non può che essere diabolico il riconoscimento di un femminile autonomo.

É pensabile in un’epoca come la nostra una dura censura come quella a cui è stato sottoposto il libro “I versetti satanici”? O il bombardamento di informazioni a cui siamo sottoposti quotidianamente salvaguardia la libertà di espressione di ognuno? Nel caso di Rushdie ben pochi hanno preso una posizione decisa contro le minacce, e chi si è schierato è stato zittito a colpi di pistola. Si tratta di circa 59 persone, secondo i dati della BBC, scomparse a causa di questa pubblicazione, tra traduttori, operatori di case editrici e librai uccisi per la salvaguardia di un nome che risuona pesante anche nel XXI secolo: quello di Maometto. In seguito alle vicende l’attrice Camille Claudel, sul palco per ricevere il Cèsar come migliore attrice decide di leggere un brano di Rushdie, concludendo con la frase: “scrivi perché possiamo rimanere liberi”. Queste sono le uniche informazioni pervenute circa le condizioni di salute dello scrittore ma conserviamo la speranza che la sua penna tagliente possa tornare a colpire ancora.

Lucrezia Farina

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