XENOBOT: il futuro della nanotecnologia e non solo
La scienza ha compiuto un nuovo passo nello sviluppo della robotica creando “biobot”, ovvero i primi robot viventi con la capacità di autoreplicarsi. Mediante il loro utilizzo, viene fatto il primo passo per sviluppare una tecnologia ibrida che utilizza cellule animali per moltiplicarsi spontaneamente.
I ricercatori che sono riusciti a trovare una svolta così importante sono Sam Kriegman, Douglas Blackiston, Michael Levin e Josh Bongard. Insieme, hanno pubblicato un articolo sulla rivista scientifica PNAS in cui hanno espliciraroil processo in cui I loro biobot a forma di “Pacman” erano in grado di autoreplicarsi.
Ma prima di tutto questo, durante la ricerca, sono stati prelevati embrioni di rane artigliate africane per creare quelli che oggi conosciamo come xenobot, fondamentalmente creazioni robotiche progettate per essere metà animali e metà robot. La loro creazione prevedeva la possibilità di progettare un nuovo tipo di tecnologia composta da blocchi biologici con l’ausilio di un super computer. Ora, con l’avvento dei biobot, il futuro del robot viventi è diventato ancora più promettente, evolvendosi ad alta velocità.
Nel 2020 biobot erano già stati presentati al mondo come un nuovo tipo di robot vivente. A quel tempo, erano in grado di “nuotare” in una capsula, di autoguarirsi se ricevevano un taglio e persino di sollevare un carico utile. Ora, nella nuova ricerca, una nuova abilità si unisce al repertorio. Oltre a nuotare, possono anche riprodursi, trasformandosi in una sorta di Pac-man per raccogliere altri xenobot che si trovano nell’area e tenerli in bocca. Una volta ll, dopo aver atteso alcuni giorni, le migliaia di cellule xenobot raccolte possono diventare biobot “baby”, quali entro cinque giorni saranno un organismo perfettamente funzionante e indipendente.
Gli scienziati dunque, hanno scoperto e sfruttato un nuovo tipo di riproduzione che può essere effettuata dai biobot per distribuire un maggior numero di robot viventi nel mondo. Secondo ricercatori questa nuova scoperta potrebbe portare a numerosi vantaggi per gli utilizzi in campo medico, potendosi applicare nel campo della medicina rigenerativa, come soluzione a lesioni traumatiche, difetti alla nascita, cancro e invecchiamento. Un’altra applicazione consiste nella rimozione delle microplastiche dagli oceani: gli xenobot infatti potrebbero realizzare, a partire da minuscoli pezzi di plastica, dei raggruppamenti sufficientemente grandi da poter essere poi raccolti da una barca e quindi trasportate in un centro di riciclaggio.
Adriano Fedeli