Latina patrimonio UNESCO

Lo scorso mese alla Camera è stata fatta una proposta molto interessante per la nostra città. Rendere gli edifici storici di Latina patrimonio Unesco. Luoghi come il Palazzo delle Poste o la stessa Piazza del Popolo potrebbero essere riconosciuti in futuro come di altissimo interesse storico e artistico.

Già sui libri di storia dell’arte si possono trovare foto del nostro centro storico, di fianco alla parola Razionalismo. Questa corrente architettonica Italiana, propria degli anni ‘20 e ‘30, prevedeva progetti con linee semplici e essenziali e una precisa distribuzione spaziale degli edifici. L’architetto che si occupò di curare alcune delle prime costruzioni e l’impianto urbanistico originario di Littoria fu Oriolo Frezzotti.

Se si iniziano però a contare gli edifici razionalisti (o presunti tali) si potrebbe rimanere delusi per il loro relativamente scarso numero. Allontanandosi di poco dal centro si troveranno ancora meno esempi di questo stile (e.g. il Nicolosi). Ancora più difficile è chiarire cosa sia effettivamente razionalista, viste le continue virate che si fecero al Piano Regolatore per conciliare le due anime della città, urbana e contadina. Per capire ciò bisogna fare un passo indietro.

Successivamente alla bonifica integrale si prevedeva la costruzione non di una “Città di Fondazione”, bensì di un centro rurale. Il centro monumentale era stato pensato per contrapporsi al paesaggio dell’Agro Pontino, con i suoi campi e le case O.N.C sparse tra i borghi.

Soltanto dopo ci si rese conto del potenziale propagandistico che si trovava nell’essere definiti fondatori di una città. Una città quindi pensata non come città ma altro, sbagliata sin dalla sua nascita. La proposta è stata appena portata in Parlamento, solo l’inizio di un lungo iter per essere infine candidata all’Unesco come patrimonio dell’Umanità. Prima di fare ciò sarebbe però opportuno studiare meglio le giovani e confuse origini di Latina. Forse esistono molti altri luoghi con maggiori esempi di razionalismo rispetto alla nostra città ( e neanche molto lontani, come per Sabaudia). O forse essa potrebbe riservare piacevoli sorprese su altri aspetti della sua pseudo fondazione. Ma prima ancora dovremmo chiederci se la nostra municipalità e noi cittadini saremo capaci di vivere in una città patrimonio Unesco, la quale dovrebbe essere, da noi, adeguatamente preservata e promossa.

Pierluigi Petrianni

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