Oggi 25 novembre ricordiamo con qualche mite verso le donne vittime della scelleratezza maschile.

Le scale erano così ripide che sono caduta

Sirena, il tuo corpo è arcobaleno ma
non manifesti colori.
La palpebra è viola e la tua iride verde piangente come il salice da dove ti dondoli.
Addenti la crosta vermiglia, sgorga
scarlatto nuovo sangue e una lacrima salina cerca riparo sulle guance glicine di schiaffi.
Brucia.
La coscia dall’incarnato roseo e soffice
è pezzata dolente di chiazze gialle bile.
Conati vomitevoli ti pungolano il ventre puniceo.
La schiena, cielo in burrasca
dal grigio livido al ceruleo ricurva si sottomette alla paura.

Dondoli e con l’unghia spezzata
ti sfiori il ciuffo miele dietro l’orecchio.
Sorridi, lo faceva sempre lui.

Una falena si posa sulla punta del naso
e lo sguardo ti cade sulla pozzanghera fangosa ai piedi,
il riflesso è sfacciato,
pochi sono i capelli rimasti, tutti strappati
come il perdono dal tuo cuore.

Alessandra Tochisi

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